Sei in: Aree di studio / STORIA
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( 2021 )
Nonostante i progressi e qualche discreto successo, un volonteroso ma ancora poco originale sassofonista del North Carolina sprofonda negli abissi della droga, dell’alcol, della mancanza di senso di ogni cosa. Poi, una svolta repentina lo proietta verso nuove dimensioni musicali e territori inesplorati dell’anima. Giunto alla fama in ritardo rispetto ad altri suoi dotatissimi coetanei, John Coltrane, prima di morire a soli quarant’anni, regala fra il 1957 e il 1967 un decennio di musica memorabile: un incessante dialogo fra disperazione e beatitudine e fra terra e cielo, per cogliere l’Amore Supremo, il respiro e l’armonia dell’universo. Il libro – che contiene il copione dell’omonimo spettacolo teatrale, un’intervista immaginaria a Coltrane, un quadro biografico e una postfazione del prof. Giampaolo Borghello – ripercorre la parabola umana e artistica del grande sassofonista del North Carolina, la cui musica, spesso aggressiva e almeno implicitamente ribelle, eseguita talora in uno stato di trance, ha evocato antiche e nuove cicatrici dell’odio razziale e interpretato per diversi aspetti lo spirito dei tempi. Emerge il ritratto di un genio che viene descritto sia dalla narrazione sia dalla voce di alcune delle donne che lo hanno sempre amato: la mamma Alice, la cugina Mary, le due mogli Naima e Alice (McLeod), la figlia adottiva Antonia.
( 2021 )
Nonostante i progressi e qualche discreto successo, un volonteroso ma ancora poco originale sassofonista del North Carolina sprofonda negli abissi della droga, dell’alcol, della mancanza di senso di ogni cosa. Poi, una svolta repentina lo proietta verso nuove dimensioni musicali e territori inesplorati dell’anima. Giunto alla fama in ritardo rispetto ad altri suoi dotatissimi coetanei, John Coltrane, prima di morire a soli quarant’anni, regala fra il 1957 e il 1967 un decennio di musica memorabile: un incessante dialogo fra disperazione e beatitudine e fra terra e cielo, per cogliere l’Amore Supremo, il respiro e l’armonia dell’universo. Il libro – che contiene il copione dell’omonimo spettacolo teatrale, un’intervista immaginaria a Coltrane, un quadro biografico e una postfazione del prof. Giampaolo Borghello – ripercorre la parabola umana e artistica del grande sassofonista del North Carolina, la cui musica, spesso aggressiva e almeno implicitamente ribelle, eseguita talora in uno stato di trance, ha evocato antiche e nuove cicatrici dell’odio razziale e interpretato per diversi aspetti lo spirito dei tempi. Emerge il ritratto di un genio che viene descritto sia dalla narrazione sia dalla voce di alcune delle donne che lo hanno sempre amato: la mamma Alice, la cugina Mary, le due mogli Naima e Alice (McLeod), la figlia adottiva Antonia.